L’editore di Hello Neighbor delinea un futuro preoccupante per il monitoraggio dei dipendenti nella conferenza principale sull’Intelligenza Artificiale

Hello Neighbor's publisher outlines a worrying future for employee monitoring at the main Artificial Intelligence conference.

Alex Nichiporchik, CEO della casa editrice Hello Neighbor di TinyBuild, ha sollevato delle perplessità durante un discorso in cui ha delineato possibili utilizzi degli strumenti di intelligenza artificiale sul posto di lavoro, tra cui il monitoraggio dei messaggi Slack e le trascrizioni delle riunioni per aiutare a individuare “potenziali giocatori problematici” – una discussione che ha successivamente insistito fosse “ipotetica”.

Nichiporchik (come riportato da WhyNowGaming) stava parlando alla conferenza Develop: Brighton di questa settimana, in un discorso dal titolo ‘AI in Gamedev: Is My Job Safe?’ che prometteva una “prospettiva approfondita su come [TinyBuild] ha adottato l’IA nelle pratiche quotidiane per aumentare in modo esponenziale l’efficienza”.

Una parte della presentazione in particolare, incentrata sull'”IA per le risorse umane”, si è rivelata particolarmente controversa da quando le notizie sui suoi contenuti hanno cominciato a diffondersi in rete. Qui, Nichiporchik ha discusso di come l’IA potrebbe essere utilizzata dal reparto delle risorse umane per individuare il burnout (successivamente descritto come sinonimo di “tossicità”) tra i dipendenti, identificando prima i “potenziali membri problematici del team” e poi raccogliendo e analizzando i loro messaggi Slack e le trascrizioni automatiche di Google Meet e Zoom tramite Chat GPT, in un processo che chiama “Analisi Io, Me”.

Newscast: L’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è ormai cosa fatta?

“C’è una correlazione diretta tra quante volte qualcuno usa ‘Io’ o ‘me’ in una riunione”, ha ipotizzato Nichiporchik, “rispetto al numero totale di parole che usa, e la probabilità che la persona vada in burnout”.

Secondo Nichiporchik, identificando i dipendenti che “parlano troppo di sé stessi”, che “assorbono troppo tempo nelle riunioni” in modo che “non si faccia nulla”, e che ricevono feedback negativi nelle valutazioni a 360 gradi dei colleghi, è possibile “individuare qualcuno che sta per andare in burnout, che potrebbe essere la causa del burnout dei colleghi che lavorano con quella persona, e potresti essere in grado di identificarlo e risolverlo in anticipo.”

Qui l’ampiezza esatta della visione alquanto distopica di Nichiporchik inizia a diventare poco chiara. WhyNowGaming riporta che il CEO ha dichiarato che TinyBuild ha sperimentato la tecnologia retroattivamente su lavoratori che hanno già lasciato l’azienda, ed ora sta iniziando ad utilizzarla in modo proattivo, evidenziando un “primo caso della settimana scorsa, in cui il responsabile dello studio non stava bene, nessuno ci ha detto nulla. Se avessimo aspettato un mese, probabilmente non avremmo più avuto uno studio.”

In una dichiarazione successiva fornita al sito web, tuttavia, Nichiporchik contraddice la versione di WhyNowGaming, sostenendo che “la parte delle risorse umane della mia presentazione era ipotetica, da qui il riferimento a Black Mirror” e che TinyBuild non “monitora i dipendenti o utilizza l’IA per individuare quelli problematici.”

“Avrei potuto renderlo più chiaro quando viene visualizzato fuori contesto”, ha affermato Nichiporchik in una dichiarazione fornita alla pubblicazione dopo il suo rapporto. “Non monitoriamo i dipendenti o utilizziamo l’IA per individuare quelli problematici. La presentazione esplorava come gli strumenti di intelligenza artificiale possono essere utilizzati, e alcuni di essi entrano in territori inquietanti. Volevo esplorare come possono essere utilizzati per il bene.”

La conclusione, però, sembra essere piuttosto semplice. Indipendentemente dalle intenzioni di Nichiporchik e dalle pratiche interne di TinyBuild, ci saranno senza dubbio altri CEO che considereranno l’uso dell’IA in modi altrettanto nefasti. L’IA è un argomento molto discusso al momento e, come ha recentemente scoperto Chris Tapsell di Eurogamer, è un argomento su cui coloro che operano nell’industria dei videogiochi, in tutte le discipline, hanno opinioni molto diverse – ma è chiaro che non è un problema che sta scomparendo.